Salone del mobile 2021: un report tra tendenze e protagonisti
Il Salone del 2021 si è chiuso con grande entusiasmo e ha riportato l’energia creativa che ci mancava da più di un anno. Le aziende hanno partecipato con l’impegno di sempre, le installazioni importanti sono state numerose e la fiera di Rho ha permesso un colpo d’occhio sullo stato del design contemporaneo e sulla storia. Siamo stati sovraccaricati (più che mai) da immagini e video che hanno documentato quasi tutto quel che è successo in questi 7 giorni. Ecco perché il taglio del nostro resoconto vuole essere un po’ diverso, parlando non solo delle installazioni e dei brand più visti, ma anche delle realtà che ci permettono di conoscere il design per la sua buona qualità, per la sua proiezione verso il futuro, per l’importanza delle radici su cui si fonda, tra aziende, imprenditori illuminati e menti creative che in Italia trovano sempre una vetrina prestigiosa ma anche capacità produttive uniche.
Credits: Triennale Milano
Menti creative del passato come ispirazione e legante con il futuro
Una tra le menti creative più eclettiche del passato è certamente Carlo Mollino. A lui è dedicata una retrospettiva in Triennale (aperta fino al 7 novembre). La mostra “Allusioni Iperformali” è un percorso che si articola tra la ricca produzione di arredi progettati per casa Albonico a Torino e realizzati tra il 1944 e il 1946. La presentazione di questa collezione diventa una sorta di pretesto per rileggere il lavoro del designer e architetto e il suo profondo interesse per l’artigianato.
Contestualmente, ma solo fino al 19 settembre, la mostra “il Salone / la Città” racconta circa sessant’anni di prodotti e allestimenti che hanno legato il Salone e la Città di Milano, attraverso gli eventi collaterali pensati da almeno quattro generazioni di creativi per comunicare al pubblico di appassionati e consumatori la nascita dello stile italiano e del Made in Italy con i suoi protagonisti, il tema dell’abitare, l’ecologia, il valore dell’artigianato.
Credits: Hèrmes
Grandi brand e attenzione al savoir-faire
Di questo artigianato, del suo potenziale, della sua possibilità di mescolarsi alla contemporaneità, facendo leva sulla manualità e sull’unicità di certe lavorazioni e materie prime, hanno lavorato tanti brand, puntando i riflettori su un patrimonio di capacità culturali, da tutelare e da rinnovare integrandole nel quotidiano, abbandonando le lavorazioni e produzioni massive per coltivare invece l’idea di prodotti ricchi di storie da raccontare. Hermès di anno in anno si supera e stupisce con la solita eleganza suprema dell’installazione e dei prodotti. Questa volta la presentazione mette l’attenzione sulla matericità, le texture, il poter (dover) toccare e fare con le mani che sono tra le vere tendenze per l’interior presente e futuro. Artigianato e grande raffinatezza si mescolano evocando l’impronta indelebile (ed imprecisa) della mano. Non ci stupisce, ma ci riempie di orgoglio, il fatto che alcuni di questi prodotti siano stati realizzati in piccoli laboratori italiani.
Credits: Hermès, Maxime Verret https://www.hermes.com/it/it/story/288648-milan-design-week-2021/
Visite in azienda per conoscere il vero made in Italy
La visita da Tacchini, nata a Seveso nel 1967, è stata quasi come la scoperta di una bottega artigiana, dove il prodotto finale ti cattura con la sua perfezione ma il dietro le quinte è altrettanto affascinante. Con il suo mezzo secolo di storia, l’azienda ha radici ben salde in un passato fatto di conoscenza dei materiali, tecniche, storia dell’estetica, ma ha anche uno sguardo puntato al futuro con nuove sfide produttive, nuove collaborazioni, riedizioni di prodotti storici che rischiavamo di perdere o dimenticare in qualche archivio. Tacchini sta facendo questo: fa tesoro del passato più prezioso, quello delle sue abilità produttive, si prodiga nella riedizione di pezzi storici e si diletta in sempre nuove sfide e collaborazioni con designer contemporanei nazionali ed internazionali. Quello che ne esce è il profilo di un’azienda in cui ti immergi nella passione di chi la guida e ti fai emozionare dal fusto di una poltrona e dalle mani di chi lavora. Se lo show-room è un incanto di pezzi di grande eleganza e compostezza, il laboratorio produttivo è un luogo in cui capisci e tocchi con mano il vero design made in Italy.
Aziende e storie imprenditoriali uniche
In questo Salone del mobile le aziende si sono raccontate non solo attraverso nuovi prodotti ma anche attraverso i libri. È il caso di Fantini che ha introdotto la nuova serie Sailing, uno dei rubinetti dalle forme più proporzionate ed eleganti di sempre, e contestualmente ha presentato il libro “Report from the Waterfront” una dedica speciale alla storia imprenditoriale di una famiglia, di una fabbrica del design italiano, di un territorio, il lago d’Orta, che ha plasmato e condizionato il saper fare di questa realtà produttiva. Il libro, a cura di Renato Sartori e Patrizia Scarzella, descrive la storia aziendale, la particolarità del territorio, la diffusione del marchio nel mondo e le collaborazioni con i più importanti designer ed architetti nazionali ed internazionali. Una vera ode al genius loci e al saper fare italiano, che coinvolge il momento creativo, la realizzazione, la scelta del prodotto per l’arredo dei più prestigiosi interni del mondo, con referenze che comprendono abitazioni private, hotel, yacht.
In conclusione, ci sembra di poter dire che la capacità produttiva che custodisce saperi e manualità uniche, che riesce ad unire artigianato e industria, che preserva il fatto a mano e la passione per materia e territorio ma sperimenta e si apre a contaminazioni e innovazioni, è tra le tendenze dell’interior design.